La nostra giornata di spiritualità
Oggi, martedì 9 aprile 2019, gli Amici della Biblioteca “Raffaele Ferrigno” di Ostuni si sono incontrati nel monastero delle Monache Benedettine, situato sulle amene colline di Santa Maria d’Agnano, per trascorrere in serena letizia una giornata di spiritualità con don Marco Candeloro, in preparazione alla S. Pasqua.
Anche il brutto tempo stamattina sta facendo una pausa: niente pioggia e vento furioso, solo grandi nuvole bianche e pezzi di cielo azzurro.
Dopo una fragrante colazione ci riuniamo nel salone e ascoltiamo il saluto della Madre superiora che ci dice: “Ognuno di noi ha il suo genio e deve fare la sua parte nel contemplare e custodire le meraviglie del Creato e le meraviglie che il Signore fa nelle nostre vite e in quelle degli altri. Chiediamo al Signore uno sguardo nuovo, a Lui che fa nuove tutte le cose. Le monache, che in questo periodo sono otto, ci accompagneranno con le loro preghiere.
La nostra Presidente, Teresa Legrottaglie, ricorda che quest’anno ricorre il 500° anniversario della nascita del Monastero delle Benedettine in Ostuni, terra benedetta per la presenza di monasteri e chiese e per il passaggio di S. Pietro, di S. Francesco…
Saluta quindi tutti e ciascuno e, in particolare, chi viene per la prima volta e le nostre giovanissime amiche Mariangela e Chiara. Come Gesù siamo saliti sul monte con ansie e preoccupazioni, ma abbiamo fatto spazio a questo bisogno di contemplazione e di silenzio. Il film “Il grande silenzio” sui Certosini della Chartreuse ha avuto un grande successo pur essendo fatto solo di immagini, di preghiera e di natura. Leonardo ha avuto bisogno di anni di silenzio prima di comporre. Anche Enzo Bianchi ha detto che il grande assente del nostro tempo è il silenzio. E noi abbiamo molto bisogno di silenzio e di ascolto, lo ha detto anche il Papa, per ritrovare Dio, noi stessi, le creature, la natura.
Il tema della nostra Associazione quest’anno è “Amare la cultura è conoscere sé e il mondo”. Questo di oggi è un laboratorio di incontro in cui godiamo del bene che ci vogliamo.
Teresa ringrazia quindi don Marco per la sua disponibilità, malgrado i molti impegni, e lui ringrazia noi perché gli abbiamo dato l’occasione di fermarsi e ci invita a fare un minuto di silenzio, a chiederci come siamo “arrivati” qui e a recitare un Gloria per chiedere allo Spirito Santo di aiutarci a incontrare Dio e noi stessi in modo nuovo, nella Sua luce .L’ascolto, il dialogo, la relazione portano sempre il nuovo, la Parola può trasformare la nostra vita.
Don Marco inizia quindi a commentare alcuni brani biblici ( 2 Sam 12; 1 Re 1;2 Cr 1; 1 Re 5; 2 Cr 9; 1 Re 11 ), letti da Mariangela e da Chiara, per illustrare il tema di oggi “Salomone: un re geniale vinto dalle sue passioni”. Salomone è il prediletto del Signore che gli affida la missione di continuare l’0pera del padre Davide che non ha potuto costruire il tempio di Gerusalemme per il molto sangue versato. Salomone non chiede a Dio ricchezza e gloria ma saggezza e scienza, costruisce il Tempio e fa grande il Regno. E il Signore gli dà anche ricchezza e gloria, e pure con noi fa così, anche quando pensiamo che non ci ascolti, Egli risponde sempre in modo abbondante alle nostre richieste, ma ci dà ciò che noi possiamo amministrare. A volte ciò che chiediamo non è quello che ci fa bene , e poi occorre la nostra collaborazione. Avere delle doti è avere delle responsabilità, che non sono solo un peso, ma una grande possibilità per noi e per gli altri.
Salomone poi si perde, le sue tante donne gli fanno deviare il cuore. Si è lasciato andare alle passioni senza controllo e non ha fatto che diminuire la sua umanità. Le passioni servono a tirar fuori da noi il meglio, e ciò si ripercuote nel sociale. La lacerazione del Regno di Salomone è la lacerazione del suo cuore.
La nostra ricerca di assoluto, di infinito non può prescindere dal senso del limite, dobbiamo cioè vivere un modo realistico di amare.
Mettiamoci in ascolto di Dio, facciamo tesoro dell’esperienza degli altri, leggiamo buoni libri, ascoltiamo persone speciali, ascoltiamo la nostra coscienza, accogliamo le varie circostanze della vita. Chiediamoci: la scelta che sto per fare mi fa crescere nella fedeltà a Dio, agli altri e a me?.
Noi siamo gli artefici della nostra missione con l’aiuto di Dio, ognuno di noi è amato da Dio. Se lo vorremo troveremo qualcosa di bello e di grande per noi.
Sono poi seguite le confessioni, la S. Messa con l’omelia di don Marco ( Dio ci ama, Cristo è morto per noi, per salvarci ) e la lettura di Mariangela e di Chiara di brevi stralci dell’Esortazione postsinodale “Christus vivit”, che il Papa ha rivolto ai Giovani ( Cristo ci ama, Cristo è vivo, non è un ricordo, una commemorazione).
Dopo il pranzo, alle 15,30, c’è l’incontro con Valeria Pecere, Presidente del Forum “Nuovo ordine delle cose”, che ci parla dei migranti e della necessità di imparare a convivere con loro, a conoscerli, a fare campagne per tutelare i loro diritti, lavorare insieme a loro, accoglierli in maniera competente perché non siano fonte di sofferenza per sé e per gli altri.
Nella vita si può sgomitare, schiacciare tutti ed essere il primo o mettersi insieme per raggiungere gli stessi obiettivi. Se miglioriamo la vita dei migranti miglioriamo la vita di tutti noi.
Teresa, a conclusione, dice grazie a Valeria per quello che fa e per quello che è. Ognuno con le proprie competenze e con la propria sensibilità deve dare il suo contributo, deve costruire a suo livello il piccolo che può.
La nostra intensa giornata è finita.
Questa mattina, guidati da don Marco, ci chiedevamo: Come siamo arrivati qui? Con quali motivazioni?. Ora, salutandoci, ci chiediamo: Come stiamo andando via da qui?.
Caterina Baccaro