Presentazione del “diario della quarantena “
Il 26.02.20 è stato creato il gruppo wzp della Biblioteca Diocesana. Si era appena all’inizio della pandemia e nessuno poteva immaginare che si sarebbe sviluppato un evento di quella portata.
Il 09 03 20 arrivano le notizie delle prime misure più restrittive della libertà personale di circolare per contenere la diffusione del coronavirus : Il Governo emana il DPCM del 09.03.20 e subito dopo il DPCM del 11.03.20…. vengono chiusi gli uffici della PA, le Scuole, gli esercizi privati valutati non di “prima necessità”, la preoccupazione inizia a salire, si attiva il distanziamento sociale.
L’umanità intera si ritrova all’interno di un incubo di portata planetaria, l’ onda dei contagi sale con le conseguenze drammatiche che tutti conosciamo. All’ interno della chat rimbalzava tutto quello che succedeva fuori nel mondo, la chat stessa assumeva sempre più le parvenze di una piccola “ nicchia protetta” con una finestrella attraverso la quale si poteva “sbirciare “ tutto quello che succedeva fuori nella vita reale e contestualmente andavano in onda nella chat, nostro malgrado, le emozioni di tutti noi in un crescendo esponenziale.
Entravano nella chat anche informazioni sui dati scientifici, sui dati epidemiologici, informazioni e documenti della nostra comunità locale e della comunità globale. La chat diventava una finestra sul mondo da un punto di osservazione dove eravamo insieme.
Il 19.03.20 Lucia Marseglia posta il saluto di Don Peppino Apruzzi alla sua Comunità parrocchiale ed insieme i suoi auguri per la festa di San Giuseppe.
Da quel 19 Marzo ogni giorno arrivavano nella Chat , per il tramite di Lucia Marseglia le bellissime lettere di Don Peppino che ci hanno accompagnato in questo percorso, a volte doloroso, grazie alle quali abbiamo iniziato insieme un cammino dentro di noi esplorando la sofferenza ed il dolore per quello che succedeva nel mondo In questo cammino don Peppino ci ha nutrito con un nettare pregiato, la parola del Signore, in una sorta di “ convalescenza spirituale”.
Pagine e pagine di parole bellissime, profonde, a volte cupe, spesso incoraggianti, talvolta addolorate, parole che ci hanno accompagnato in questi mesi. E certe parole non sappiamo mai dove arrivano che cosa muovono nel cuore.
E li che cominciai ad elaborare l’idea che all’interno di quella chat stavo vivendo una esperienza unica ed irripetibile dove gli aspetti più scontati della vita venivano osservati con occhi più attenti e giorno dopo giorno sentivo che riuscivo a contattare parti di me che non avevo mai incontrato prima... frammenti dell’anima sconosciuti.
Contattai subito Teresa Legrottaglie e le proposi di lavorare ad un progetto che mirasse a conservare in qualche modo per il futuro questa esperienza davvero singolare. Sentivo forte dentro di me l’esigenza di raccogliere in un diario tutto quello che stavamo vivendo.
Non stiamo parlando, ovviamente, del diario tradizionale, ma di quella chat che oggi lo ha sostituito, la chat nota a tutti col nome di Whats App, dove il linguaggio è quello dei messaggini, scritti di getto e consegnati alla memoria del telefono. Teresa fu subito d’accordo e mi spinse a mettere in atto il progetto … Il progetto che oggi si è concretizzato in questo libro che doniamo con affetto e sincera gratitudine all’attore pricipale di questa esperienza, don Peppino Apruzzi …. Ma rivolgiamo naturalmente una grazie agli Amici del gruppo della Biblioteca Diocesana che hanno voluto condividere sorrisi, lacrime, speranze e nuove consapevolezze, mandando in onda le proprie emozioni in un clima di “pastorale condivisa” per dare un senso a questo lungo periodo di distanziamento sociale.
A questo punto c’è da chiedersi : Qual è la morale ?
Quali apprendimenti dell’anima dobbiamo trarre da questa esperienza ?
Dopo questi giorni del distanziamento sociale … niente sarà più lo stesso; tutto è cambiato: relazioni, politica, economia, religioni, Europa, globalizzazione. Questo è terribilmente vero, basta guardarsi intorno.
Non è scontato, però, che il cambiamento sarà positivo o che impareremo dagli errori del passato.
La storia è maestra solo per chi diventa discepolo, per gli altri il male rimane dentro e sopravvive anche ai peggiori virus .
Una cosa sola mi appare chiara: il tempo della quarantena ci ha spinto a fare luce dentro di noi, per capire chi siamo e la preghiera è stata il più potente farmaco contro i virus che ci hanno abitato fino a ieri: paura dell’amore, amore per potere, cattiveria, egoismo, odio, disgregazione, sopraffazione … e tanto altro.
Questa crisi è stata per noi Il “Conosci te stesso” di Socrate.
D’altro canto la storia ci ha insegnato con i diversi profeti ebraici che per uscire da una crisi profonda bisogna “ritornare a Dio” (verbo ebraico shuv, ritornare) e attivare dentro di sè la “conversione” (teshuvàh), intesa come mutamento radicale, “inversione di rotta”, come un “raddrizzare i sentieri” …… e chiudo con i versi di Isaia 40,3-4
«Nel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura”
(Isaia 40,3-4)
Claudio Perrone