La scrittura ha sempre affascinato l’uomo, perché permetteva di tramandare ai posteri tutto ciò che accadeva in un determinato momento per farlo conoscere a chi sarebbe venuto dopo nel tempo.
Le prime testimonianze le troviamo con i disegni e le immagini fissate sulle pareti di spelonche, su oggetti o pietre libere.
Gli egiziani hanno usato i geroglifici disegnati da mano d’uomo e riportati sui papiri.
Poi abbiamo avuto i manoscritti, prima sotto forma di pergamene e poi come libri. Questo tipo di scrittura era lento e costoso e quindi riservato a pochi.
Ma l’invenzione della stampa a caratteri mobili è stata quella più popolare che ha permesso di stampare più copie su carta e quindi diffondere la cultura alle grandi masse.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili viene attribuita al cinese Bi Sheng (Huizhou,972 – 1041).
Bi Sheng, tipografo e inventore cinese è stato il primo a realizzare un sistema di stampa a caratteri mobili utilizzando caratteri di terracotta.
L’invenzione si può collocare temporalmente fra il 1041 e il 1048, ma a causa della fragilità dei caratteri non era adatta per la stampa di diverse copie.
Poi, Wang Zhen, funzionario cinese, operativo fra il 1290 e il 1333, perfezionò l’invenzione di Bi Sheng sostituendo i caratteri ideati da questi con caratteri mobili incisi nel legno.
Dopo, la stampa a caratteri mobili venne utilizzata sia in Cina che in Corea e qui verso il 1490 i caratteri mobili furono sostituiti da altri realizzati in bronzo da parte del tipografo Hua Sui (1439 – 1513) del quale non si conosce altro.
La stampa a caratteri mobili fu introdotta in Europa da Joannes Gensfleisch della corte di Gutenberg, nato a Magonza nel 1400 circa e morì a Magonza il 3 febbraio 1468.
I Gensflieisch erano una delle famiglie patrizie della città di Magonza ed erano addetti alla lavorazione del metallo e del conio.
Ma Joannes Gutenberg, per motivi politici, nel 1430 decise di trasferirsi a Strasburgo e qui lavorò come apprendista orafo, occupandosi principalmente del conio delle monete.
Verso il 1448, Joannes Gutenberg tornò nella sua città natale.
Nel 1449 gli esperimenti di Gutenberg, con l’aiuto dell’incisore Peter Schoffer erano a buon punto: i due erano in grado di comporre sia fogli che libri.
Nel 1450, Gutenberg, costituì una società con l’orafo Johann Fust per produrre un libro realizzato con la nuova tecnica dei caratteri mobili, così divenne il primo tipografo tedesco che diede inizio alla tecnica della stampa moderna in Europa.
Insieme decisero di stampare la Bibbia cristiana, utilizzando il testo della Vulgata (Vulgata o Volgata è una traduzione in latino della Bibbia dall’antica versione greca ed ebraica, realizzata alla fine del IV secolo da Sofronio Eusebio Girolamo).
Per portare a compimento quest’opera, Fust prestò 1600 fiorini olandesi a Gutenberg in due rate da 800 fiorini a distanza di due anni una dall’altra.
Con questo denaro, Gutenberg assunse operai fonditori di caratteri, compositori, lavoranti al torchio e correttori e inoltre acquistò i materiali per la stampa.
Furono fusi ben 290 tipi di caratteri.
La lega utilizzata da Gutenberg per la costruzione dei caratteri era formata da piombo, antimonio e stagno. Questa miscela si raffreddava velocemente e resisteva bene alla pressione esercitata dalla stampa.
L’apparecchiatura utilizzata per la stampa era derivata dalla pressa a vite usata per la spremitura delle uve perché questa permetteva di applicare l’inchiostro sulla pagina efficacemente e con pressione uniforme.
La tecnica tipografica di Gutenberg consisteva nell’allineare i singoli caratteri e incolonnare le righe in modo da formare una pagina che veniva cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta.
L’innovazione era data dal fatto che si potevano riutilizzare i caratteri.
Con la tecnica precedente, cioè la xilografia, le matrici di stampa venivano ricavate da un pezzo unico di legno, che poteva essere utilizzato solo per stampare sempre la stessa pagina, finché non si rompeva la matrice, cosa che accadeva molto spesso.
Ma che cos’è la xilografia: è una tecnica d’incisione in cui si asportano dalla parte superiore di una tavoletta di legno le parti non costituenti il disegno; le matrici venivano inchiostrate per la realizzazione di più esemplari dello stesso brano, mediante la stampa con il torchio.
La stampa della Bibbia a 42 linee e due colonne per pagina, in caratteri gotici venne ultimata il 23 febbraio 1455 e il libro fu messo in vendita a Francoforte. L’edizione, con tiratura di 180 copie, suscitò immediato entusiasmo per la qualità tipografica.
I frutti economici dell’operazione però stavano tardando ad arrivare e per produrre le 180 copie della Bibbia occorsero tre anni.
I rapporti tra i due soci (Gutenberg e Fust) divennero tesi e nel 1455, proprio nel momento in cui le Bibbie venivano completate, Fust pretese la restituzione del prestito e citò Gutenberg in giudizio.
La sentenza emessa il 6 novembre 1455, fu favorevole a Fust, che vide riconosciuto il proprio diritto a riavere indietro i 1600 fiorini prestati. Gutenberg, che non disponeva di tale cifra, fu costretto a cedere a Fust almeno parte dell’attrezzatura per la stampa e i caratteri tipografici per le Bibbie.
Fust e Schoffer misero su una loro officina tipografica.
La loro impresa, Fust und Schoffer, raccolse i frutti del lavoro e del buon nome che si era fatto Gutenberg e divenne la prima impresa commercialmente redditizia nella storia della stampa a caratteri mobili.
La tipografia di Fust e Schoffer, che diventarono parenti poiché Schoffer sposò la figlia di Fust, nel 1457 stampò un’edizione del Libro dei Salmi. Questa opera utilizzò nuovi caratteri in due altezze e la stampa bicroma dei capilettera.
Questa tecnica si rivelò di gran lunga migliore rispetto ai procedimenti tradizionali e si diffuse in pochi decenni in tutta Europa. In soli 50 anni furono stampati oltre 30.000 testi per una tiratura superiore a 12 milioni di copie. Il primo testo fu la Bibbia a 42 linee e su due colonne per pagina.
I libri stampati tra li 1453-1455 e il 1500 vengono chiamati incunaboli.
Con incunabolo si intende un libro stampato con la tecnica a caratteri mobili tra la metà del XV secolo e l’anno 1500 incluso. A volte questi libri sono detti anche quattrocentine.
Gutenberg cercò di continuare la sua attività aprendo una nuova tipografia. Alcuni studiosi gli attribuiscono la stampa di altri libri dopo la prima Bibbia. Nessun’altra sua opera a stampa raggiunse la magnificenza e lo splendore della Bibbia a 42 linee.
Negli anni successivi, Magonza visse continui contrasti e il nuovo padrone della città mandò in esilio molti cittadini, fra questi anche Gutenberg. Quando tornò nella sua città natia, scoprì che diverse persone con cui aveva lavorato non avevano fatto ritorno. A questo punto decise di abbandonare l’attività tipografica.
Gutenberg morì a Magonza il 3 febbraio 1468.
Con il procedimento ideato da Gutenberg, testi di qualsiasi natura potevano essere stampati e pubblicati in modo veloce, economico e in quantità illimitate. La stampa a caratteri mobili diede un contributo decisivo all’alfabetizzazione di massa. Dal momento che informazioni su svariate materie erano ora disponibili in gran quantità e a costi più accessibili, diventò anche più facile apprendere l’uso della scrittura.
Secondo molti teorici delle scienze della comunicazione si aprì una nuova epoca dello sviluppo della comunicazione umana.
Sviluppo, nel tempo, delle tipografie in Europa.
Magonza: 1450
Colonia: 1465
Subiaco: 1465 (monaci dell’arcidiocesi di Colonia)
Roma: 1467
Venezia: 1469
Parigi: 1470
Segovia: 1472
Cracovia: 1473
Valencia: 1474
Londra: 1477
Già nel 1480 in Germania e in Italia vi erano stamperie in 40 città e questi due paesi erano già considerati i principali centri editoriali per quantità e qualità.
Alla fine del XV secolo vi erano almeno mille torchi da stampa disseminati in 200 città europee.
Secondo Elizabeth Eisenstein, storica statunitense (1923 – 2016), nei primi 50 anni dopo l’invenzione di Gutenberg, furono stampati otto milioni di libri nelle diverse lingue europee.
Dalle tipografie uscivano testi di differenti tipologie sia in latino che in volgare:
antichi testi di diritto;
libri di medicina;
messali finemente decorati e libri liturgici;
classici della letteratura latina;
testi universitari, ecc.
La produzione crescente di testi stampati ha promosso lo sviluppo di numerose biblioteche.
Le biblioteche presenti in Italia sono 17.951 (6 nov. 2018).
LE BIBLIOTECHE
Il termine “Biblioteca” è formato da due parole greche: biblìon = libro e thèke = scrigno.
Una biblioteca è una istituzione culturale finalizzata a soddisfare bisogni informativi quali lo studio, l’aggiornamento professionale o lo svago, attraverso una raccolta organizzata di risorse fisiche - come i libri, le riviste, i CD, i DVD – o digitali – come ebook, basi di dati, riviste elettroniche.
Si considerano biblioteche sia le raccolte per uso personale che quelle costituite da enti privati e pubblici. Queste ultime, le biblioteche pubbliche, in base alla legge italiana, forniscono un servizio pubblico essenziale.
Le biblioteche di Ostuni
1)Biblioteca comunale Francesco Trinchera senior – via Francesco Rodio, 1 Fondazione della biblioteca - 1868
2)Biblioteca S. Bernardo – c/da Scopinaro, 11 Fondazione della biblioteca - 1950
3)Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali, CRSEC BR/20 – via Pesaro, 12 Fondazione della biblioteca - 1988
4)Biblioteca dell’Associazione La nostra Famiglia. Polo scientifico Eugenio Medea – via dei Colli Fondazione della biblioteca -
5)Biblioteca Museo di Civiltà preclassiche della Murgia meridionale – via Cattedrale, 15 Fondazione della biblioteca -
6)Biblioteca del Monastero di San Pietro – c/da Agnano Fondazione della biblioteca -
7)Biblioteca pubblica diocesana Raffaele Ferrigno – Largo Arcidiacono Teodoro Trinchera, 39 Fondazione della biblioteca – 1867.-
Ostuni, 16 gennaio 2021. Enrico Ciola